Shop

[Incontri di approfondimento] Museo Poldi Pezzoli - "Pomellato: tra design e colore"

06/03/2017

Quinto appuntamento per le conferenze del Museo Poldi Pezzoli, dedicato a Pomellato. Storica ditta italiana, fondata nel 1967, di cui quest'anno ricorre il cinquantennio. La gioielleria Natale Fontana Gioielli, concessionari unici su Bologna, presenta dunque un resoconto dettagliato dell'evento avvenuto lunedì 6 marzo 2017, ricordando con orgoglio e passione le tappe e i grandi successi ottenuti insieme alla ditta. E come dice Vincenzo Castaldo, direttore creativo di Pomellato, "per rompere la tradizione bisogna conoscerne bene le regole"...


Introduzione di Annalisa Zanni - Direttrice del Museo Poldi Pezzoli

Amanda Triossi è laureata in storia dell'arte a Cambridge, ha un diploma gemmologico. Ha lavorato per Sotheby's. Ha tenuto un seminario sul collezionismo contemporaneo dei gioielli che è un tema caldo per l'attualità e che si potrebbe riproporre. La Triossi è stata anche la storia di Bulgari: ha ricreato l'archivio storico di Bulgari e l'heritage di bulgari, creando consapevolezza per questo marchio internazionale.
Pomellato ha interpretato il gusto milanese, fatto di grande qualità e tecnica e capacità di inventare il gusto, anche per l'aspetto low profile. Ha saputo proporre il pret-à-porter del gioiello, creando una storia speciale, proponendo di volta in volta nuove visioni del gioiello, perfettamente riconoscibili. Ci sono brand che spesso si confondono, copiano, questa non è la storia di Pomellato, che si è sempre creato la sua clientela e identità. Pomellato ha da sempre voglia di crescere e di rinnovarsi, Amanda Triossi ci fa capire le ragioni del passato e come continua il futuro.


"Pomellato: tra design e colore" - Amanda Triossi


Pomellato è una firma molto familiare ai milanesi. Tutti i grandi creatori del gioiello concorderebbero che è molto più difficile realizzare un gioiello da un milione di euro che da mille euro. La difficoltà e la sfida stanno nel rapporto tra grande inventiva e i mezzi a disposizione limitati.
Giuseppe Rabolini raccoglie questa sfida: creare un gioiello dalle qualità eleganti ed informali, ma accessibili. Indossare tutti i giorni da mattina a sera, in contrapposizione al gioiello haute couture.
Giuseppe Rambolini è milanese, figlio d'arte, frequentatore di ambienti intellettuali, negli anni '60 tra cui il Bar Jamaica. Proprio in quell'ambiente capisce che c'è spazio per un gioiello del quotidiano.

 

Come nasce il nome? Pomellato e' l'aggettivo che caratterizza il manto di un cavallo grigio, un animale di grande eleganza per forme e movimento. La scelta del nome costituisce una sorta di manifesto dei dettami dei nuovi gioielli, eleganti ma naturali e non artefatti, per nulla banali.
Il primo marchio e' infatti una testa di cavallo, poi si decide di mutarlo in una semplice scritta in corsivo.
Il corsivo del logo usato si distingue dalle altre ditte italiane, che hanno un logo in stampatello, come Bulgari o Buccellati. Il tratto richiama la stessa naturalezza del carattere disinvolto dei nuovi gioielli, stessa peculiarità che ha il cavallo pomellato. La firma diventa anche essa stessa l'elemento decorativo.

 

Primi anni: produzione di catene, con maglie di tutte le forme. All'inizio erano lunghe, a moda soitoire. Nella moda del vestisti infatti, dopo la minigonna, c'era la linea maxi che ben si sposava con le catene lunghe di Pomellato. Come le catene del passato, catene tutte progettate a mano, variabili: tutte avevano lo spessore del filo d'oro, il bordione e forme dell'anima, e la torsione finale della maglia.
La scansione delle stesse maglie è irregolare, possono essere definite "catene spettinate". E' un disordine voluto che è la caratteristica della catena Pomellato. Il peso, deve essere sempre giusto, cosa significa peso giusto? Solo chi è nel settore lo sa davvero.

[Lo studio delle chiusure: collana Pomellato, collezione Boule, 1980, esposta alla mostra].

 

Dalle maglie ovali a sezione circolare che terminano con una boule che funge da chiusura. La boule e' studiata con un sistema molto dettagliato che è in grado di comprimersi per passare nella catena e formare la chiusura.

 
 

[Pomellato, Bracciali schiava, 1976. Anche questi in mostra].
Privi di qualsiasi ornamento superfluo. E' una vera e propria sfida per la loro realizzazione: sono infatti in oro, quando la crisi petrolifera ne aveva fatto alzare il prezzo su scala globale. Valore aggiunto: raffinata ma non ostentata lavorazione. Hanno una sezione tubolare armoniosa e sensuale, ma soprattutto un ingegnoso meccanismo che ne permette la chiusura. Per realizzarne la chiusura lavorano due orafi contemporaneamente.
Si può dire che è un gioiello che "respira espandendosi". Per la realizzazione prima si crea una unica saldatura e poi si crea la molla. Le saldature devono essere invisibili. La molla deve rimanere in tensione in modo giusto, allo stesso modo non si può aprire troppo per preservare l'elemento maschio e femmina nel bracciale. Il bracciale e' ancora in produzione.
E' nella presunta semplicità che c'è la grande arte, come nella società milanese, che ha grandi edifici austeri all'esterno ma che si mostra solo realmente nell'interno dei propri cortili. Ma questo tipo di pensiero si rifà ad una eredità molto più lontana, come dice Baldassarre Castiglione (ritratto da Raffaello): "La sprezzatura è tale se nasconde l'arte in modo che sembri fatto senza fatica". Non è solo un esempio di "ideali" di gioielleria milanese, ma anche un magnifico esempio di stile italiano.


Quindi le caratteristiche di Pomellato sono volume, colore, rottura con la tradizione, che fanno sì che si crei un oggetto dagli elementi di vera sorpresa.
Come materiali viene privilegiato l'uso dell'oro giallo, attraverso una colorazione segreta della casa.
Quando viene usato l'oro bianco non viene mai rodiato, assumendo la colorazione di grigio giallo.
Le forme sono sempre arrotondate, sensuali e morbide. Le pietre sono a taglio cabochon, un taglio che costituisce una scelta prediletta da Pomellato, poiché ben si accompagna alle forme fluide del gioiello. Nel complesso si ha quindi un costo contenuto del prodotto finito, utilizzando pietre che si distinguono dall'alta gioielleria, ma bisogna sottolineare che in gemmologia tutte le gemme sono preziose, purché siano belle, preziose e rare.
La strategia di Pomellato è quella di tesaurizzare le pietre allo stato grezzo, le quali vengono acquistate in grandi quantità e poi custodite in grandi caveau. Si tratta di una strategia molto originale e lungimirante, poichè queste pietre col tempo saranno sempre più rare e quindi sempre più ricercate.
Questo fa sì che ci sia molta libertà e flessibilità nella produzione di Pomellato che, avendo a disposizione un grande magazzino interno, non dipende dalle logiche di disponibilità del mercato per tipologie di pietra ed epoca economica, delineando quindi un grande carattere produttivo e arricchendo sempre il proprio capitale. Il valore delle pietre dure è infatti sempre più in crescita.

 

Nudo - 2001

Interpretazione ironica e blasfema del solitario. Pietra dura di colore sfaccettata con 57 faccette, come il taglio a brillante. Non vi è simmetria come nel taglio classico. La pietra sembra che sia appoggiata e galleggi nella montatura.
La parte superiore è sfaccettata, quella inferiore ha un gambo che ricorda un tappo di champagne. Come si regge la pietra? Nella parte bassa della pietra viene applicata una lastrina d'oro satinata, viene perforata e poi viene tenuta insieme con il castone. Si tratta di una vera e propria intuizione di design. La lastrina di metallo inoltre può ravvivare il gioco di colore della pietra. Lavoro di ore, per un anello semplicissimo.

 

Linea Griffe - 1995

Una linea che creò un vero e proprio capovolgimento di ruoli a metà degli anni '90. L'elemento strutturale della griffe, che viene nascosto nel Nudo, e che tenedenzialmente in ogni anello viene nascosto. Nella linea di Pomellato la griffe diventa invece elemento caratteristico e funzionale. Quindi le peculiarità dello stile Pomellato sono sempre il volume, le forme sensuali, le pietre cabochon e l'elemento a sorpresa come la griffe, che in alcuni anelli può essere diversa (per esempio tutte in oro e una, a spezzare, in brillanti).

 

Sabbia - 2014

 

Si avvicina al mondo del diamante trovando una soluzione non convenzionale. Si ispira alla sabbia bianca o alle sabbie nere vulcaniche.
Si tratta di una lavorazione "pavimentata", le pietre sono tutte di diverse grandezze e totalmente irregolari. La "mappatura" dei diamanti viene fatta a mano, dove vengono posizionate le pietre senza che ci sia spazio tra l'una e l'altra.

 

Rouge Passion - 2013

Una linea che ha un grande legame con la moda, e molta ironia. Gemme rosse montate in maniera molto essenziale. Non si tratta di pietre naturali ma sintetiche. Il rosso del rubino è uno dei colori che più ci attrae, difficile trovare esemplari di queste dimensioni. Perché privarsene?
 

Ritratto - 2017

 

La nuova linea, appena presentata. Un modello del tutto inedito, che riassume gli ingredienti tipici della produzione di Pomellato. Chiamato così perché la pietra centrale richiama i "portrait diamond", un'invenzione indiana e poi ripresa dalla tradizione orafa russa nell'Ottocento che era di creare piccole miniature sotto le pietre centrali di anelli e bracciali. Quindi si tratta di una vero e proprio richiamo alla tradizione, in una versione moderna.
Le caratteristiche ci sono tutte: forme sensuali, oro, asimmetria, diamanti di diverse dimensioni, torsione del gambo che fa si che l'anello non si assesti mai ugualmente tra destra e sinistra.

Anche la comunicazione, negli anni, è stata studiata per shoccare e stupire.
Giam Paolo Barbieri, Franco Scheichenbauer, Helmut Newton, Alistair Taylor Young, Javier Vallhonrat, ma anche Lord Snowdon che fu tra i fotografi che sorprese di più, presentando un uomo in veste di modella.
Con la collezione di quest'anno, Pomellato vuole sottolineare il fatto che è sempre stato accanto a donne reali, di grande successo, forti, indipendenti e dalla spiccata personalità.

Nel 2007, per festeggiare i primi 40 anni, creò infatti anelli irripetibili perché costruiti su pietre uniche. Collezione golosamente ispirata alla pasticceria, Millefoglie, Mousse di Zaffiri rosa, presentati come una pietanza.
Le nuove creazioni presenteranno sempre un design dai volumi importanti, colori.
Quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario, che soprese ci riserverà?
Vincenzo Castaldo ricorda "per rompere la tradizione bisogna conoscerne bene le regole".

 

 

Iscriviti alla Newsletter